Capitolo 2 - L'obiettivo dello yoga

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Moltissimi in occidente hanno sentito parlare di Nirvana intendendo per esso “estinzione del desiderio e dell’avidità, annientamento della personalità, la trascendenza di tutti gli stati corporali e mentali e uno stato di comprensione completa o beatitudine”. In effetti deve essere inteso come “rimozione dell’ignoranza e dell’avidità. Questo può essere inteso come l’espressione dell’obiettivo dello yoga.

Se il vivente, appreso donde sgorga il dolore,
sopporta pazientemente, sforzandosi di pagare
ogni suo debito di antiche colpe
sempre con Amore e Verità;
se nulla togliendo ad alcuno, purga interamente
la sua Falsità ed Ingordigia col proprio sangue;
soffrendo umilmente, ricambiando l’offesa solo con gentilezza e bontà;
se, un giorno dopo l’altro, egli sarà pietoso,
santo e giusto gentile e sincero; e strapperà
il desiderio donde sta abbarbicato con sanguinose radici,
finché l’amore per la vita ha termine:
egli – morendo – lascia come risultato di sé
un conto di vita saldato, i cui mali sono morti e scomparsi,
le cui buone azioni sono rapide e potenti, lontane e vicine,
e danno frutti.
A lui non occorre vivere quella che chiamate vita;
quella che cominciò in lui quando egli cominciò
è finita: ha raggiunto lo scopo di ciò che aveva fatto l’uomo.
Mai più lo tormenteranno i desideri, né i peccati
Lo macchieranno, né brame di piaceri terreni né pene
Turberanno la sua pace eterna; morti
E vite non si altereranno più per lui.
Egli va
Nel Nirvana. È tutt’uno con la vita,
ma non vive. È beato cessando di essere.
Om, Mani padme, Om! (
Salve o Gioiello nel fiore di Loto) La goccia di rugiada
Scivola nel mare brillante … No, ci sono quelli che certamente passano
Viventi e visibili allo scopo supremo
Attraverso il quarto sei sacri Stadi – i Buddha
E quelli dell’anima immacolata.
Ecco! Come fieri nemici abbattuti da un guerriero,
giacciono nella polvere lungo questi Stadi;
tre sono Egoismo, Falsa Fede e Dubbio,
due Odio e Brama.
Chi ha conquistato questi cinque ha superato
Tre stadi su quattro, ma rimangono ancora
Amore di Vita in terra, Desiderio di Paradiso,
Incensuratura di se stesso, Errore e Orgoglio.
Come uno che sta su un’alta cima nevosa
avendo sopra di sé soltanto l’infinito azzurro,
così colui che ha distrutto questi peccati è giunto
al vertice del Nirvana.
Lui gli dei invidiano dai loro seggi inferiori;
lui non scuoteranno i Tre Mondi in rovina;
tutta la vita è vissuta per lui, tutte le morti sono morte;
il Karma non farà più
nuove case. Egli, senza cercare, ha tutto;
rinunciando a sé, l’Universo diviene “Io”;
a quanti affermano che Nirvana è cessare,
dite che mentono.
A quanti insegnano che Nirvana è vivere,
dite che sbagliano; non sapendo questo non conoscono
la luce che brilla oltre le loro lampade infrante,
né la grazia senza vita e senza tempo.
Entrate nel Sentiero! Non esiste dolore come l’Odio!
Sofferenze come le passioni, e inganni come i sensi!
Entrate nel sentiero! È andato lontano colui il cui piede
Calpesta un’insulsa offesa.
Entrate nel Sentiero! Là sgorgano le fonti guaritrici
Che spengono ogni sete! Là sbocciano i fiori immortali
Che tappezzeranno tutto il cammino di gioia.
Là si addensano le ore più fugaci e più dolci. La rugiada è sul loto! Sorgi, Grande Sole!
Solleva la mia foglia e immergila nell’onda.
Om, mani padme, Om, arriva l’alba!
La goccia di rugiada scivola nel mare brillante!
Si può quindi affermare che per nirvana si intende illuminazione, beatitudine.

Molto spesso si sente parlare di qualcuno che vive un’esperienza di rapimento. In quel momento non si è avuto altro che una migliore manifestazione dello stesso tipo di sentimenti precedentemente posseduti. A questo punto di potrebbe essere tentati di “ricercare” questi momenti di beatitudine, ma se così facciamo incorriamo in un gravissimo errore. La ricerca della beatitudine porta alla distrazione da quello che realmente è il significato e l’obiettivo dello yoga. Questo stato “superiore” non è un qualcosa che si conquista, ma è un qualcosa che viene spontaneo aderendo ad uno stile comportamentale di vita buono e puro, ed ecco che ci ritorna utile l’assunto “rimozione dell’ignoranza e dell’avidità”

Se riportiamo per un attimo l’attenzione sull’affermazione che alcune volte si osservano persone in un particolare stato di “rapimento”, possiamo tranquillamente rifarci al concetto di yoga. Yoga significa “unione”. Unione tra mente e corpo. Come potremmo raggiungere quello stato di totale “estasiato rapimento” se non ci fosse unione e sintonia tra mente e corpo? Cioè la mente non contrasta il corpo ed il corpo non ostacola la mente.

Nella più famosa di tutte le scritture induiste, il Bhagavad Gita, viene citato molte volte il Nirvana:

Versi 24-6 nel capitolo, o discorso, V dicono:

“Colui la cui felicità è dentro, la cui delizia è dentro, e similarmente la cui luce è dentro, quello yogi, avendo la natura di Brahma, si innalza al nirvana di Brahma.

Per coloro che si sforzano e che si sono dissociati dal desiderio e dal risentimento, la cui intelligenza è controllata, il cui (vero) Sé è riconosciuto, vicino è il nirvana di Brahma”

Versi 71-2 nel discorso II dicono:

“L’uomo che vive senza avidità, che ha buttato via i desideri, senza possessività, senza egoismo quello raggiunge la pace. Questo è lo stato brahamico. Chi l’ha ottenuto, non è confuso. Essendosi stabilito in esso alla fine del (proprio) tempo, egli raggiunge persino il nirvana di Brahma”.

Verso 15 del discorso VI afferma:

“Lo yogi, con la mente controllata, avendo meditato così sul Sé (atmā), arriva al mio stato, il nirvana ultimo,. Che è pace”.

È utile a questo punto soffermarci si Dio. In questo caso Dio è chiamato Ishwara, che letteralmente significa Sovrano o Signore.

La “concentrazione” in Dio è una delle strade alla più alta meditazione e contemplazione. Se possiamo osare definire Dio come essere insensibile alle afflizioni che tormentano gli altri esseri, delle quali la principale è l’ignoranza alle azioni e alle loro conseguenze.

Se a ciò affianchiamo l’affermazione che Dio (Essere Supremo) ha formato l’anima con un’eterna parte di se stesso, che tale parte diviene sovrana in ciascuno, vediamo come l’aspirante che lavora verso l’indipendenza o la libertà sta pervenendo allo stesso stato di impassibilità che viene attribuito al Signore.

Viene inoltre affermato che lo yogi che compie gli sforzi necessari vede l’Ishwara (Dio, Essere supremo) in se stesso.

Da ciò possiamo dedurne che l’Aldilà sta al di là di tutte le cose del corpo e di tutte le funzioni della mente.

In questo modo possiamo considerare:

corpo e Mente come due “entità” interdipendenti, che agiscono fianco a fianco:

Etere

}

 

{

 

Aria

 

Volontà

Fuoco

Corpo e Mente

Sensazione

Acqua

 

Pensiero

Terra

 

 

Nel mondo esistono tre potenze:

Varietà

Armonia

Unità

Per capire il concetto di varietà possiamo pensare ad esempio ai metalli, il ferro immerso in alcune sostanze acide emette delle bollicine, mentre l’oro no. Quindi si può dire che hanno una certa “Personalità”.

A questo punto interviene la mente che con il pensiero, le sensazioni, la volontà immette armonia in questa varietà. Ad esempio: gli occhi servono per vedere e le gambe per camminare, ora, quando camminiamo gli occhi guardano dove vanno le gambe e allo stesso tempo le gambe fanno guardare dove vogliono andare. Quindi “le gambe vedono e gli occhi camminano”. In questo caso si può dire che si è avuta “Unità” tra occhi e gambe ad opera della mente.

A questo punto conviene inserire il concetto di “tempo”. Intanto esiste il “tempo” in quanto vediamo mutare le cose (varietà). Anche i minerali stanno lentissimamente variando “indipendentemente” l’uno dall’altro.

Allo stesso modo possiamo dire che non esiste indipendenza senza dipendenza.  Da che cosa dobbiamo renderci indipendenti se non dalla dipendenza stessa? Se consideriamo un sistema di pianeti chiamati dalla A alla Z possiamo affermare che deve esistere un nocciolo di indipendenza per poter fare agire la dipendenza. L’equilibrio ultimo di A contiene un qualcosa proveniente da Z.

In conclusione possiamo dire che tra gli obiettivi dello yoga quelli minori sono:

  • Pace di mente

  • Forza di volontà e potere di amare e comprendere

  • Influenza diretta della mente sul corpo e sul mondo esterno

  • Facoltà psichiche di vario tipo

  • Controllo della mente e forza di concentrazione

  • Controllo delle emozioni: rimozione di preoccupazioni, orgoglio, ira, paura, brama e avidità

  • Salute fisica, agilità, bellezza e longevità

  • Prevenzione completa e rimozione dei pericoli e dei turbamenti psicosomatici

 

Ultimo aggiornamento 16/12/2010